Tassonomia: Eukaryota; Plantae; Magnoliophyta; Magnoliopside; Sapindales; Anacardiaceae; Pistacia; P. lentiscus.
Nota descrittiva
Specie tipica della macchia mediterranea, perenne, sempreverde, portamento arbustivo, cresce dal livello del mare a fino a 500 m. di quota è presente nell’Italia Meridionale e Centrale fino alla Liguria, è assente nell’Italia del Nord.
La specie appartiene alla stessa famiglia del pistacchio (Pistacia vera) e del terebinto (Pistacia terebinthus), localmente denominato scornabecco, quest’ultima specie viene usata come portainnesto per il pistacchio.
Il lentisco è una pianta eliofila, termofila ed xerofila, predilige suoli silicei, si adatta a vivere anche negli ambienti più difficili, assume aspetto dominante nelle realtà degradate anche a seguito dei ricorrenti incendi.
La pianta si caratterizza per: le foglie composte paripennate; i fiori rossastri riuniti a pannocchia, infiorescenza, questa, inserita all’ascella delle foglie dei rametti dell’anno precedente; pianta monoica con fiori maschili e femminili separati ma sulla dalla stessa pianta; fioritura in primavera; il frutto è una drupa carnosa di colore rossastro tendente al nero con la maturazione che compaiono nel periodo estivo/autunnale e maturano nella stagione invernale.
Il lentisco è un ottimo produttore di resina, dalla quale si ricava il mastice di <<Chio>> nome dell’isola di greca <<Chios>> dove si produce in grande quantità. La resina trova utilizzo in medicina, in erboristeria e in cosmetica per le sue proprietà antinfiammatorie e curative di diverse patologie.
Altro prodotto che si ricava dai frutti del lentisco è l’olio di lentisco che ha caratteristiche organolettiche che si avvicinano all’olio di oliva. In passato quest’olio veniva usato per disinfettare le ferite e per alimentare le lampade ad olio. I frutti trovano impiego in cucina come aromatizzanti.
Nota bibliografica: Foto di Carmelo Di Vincenzo; Acta Plantarum; Sandro Pignatti (Flora d’Italia); Adriano Fiori (Nuova Flora Analitica d’Italia).