Tassonomia:
Dominio: Eukaryota; Regno: Plante; Divisione: Magnoliophyta; Classe: Monocotiledoni; Ordine: Poales; Famiglia: Juncaceae; Genere: Juncus.
Nome volgare: Giunco comune.
Pianta della famiglia della Juncaceae, erbacea, perennante a mezzo di gemme poste a livello del terreno, portamento cespuglioso, cresce nelle zone ricche di acqua (acquitrini, fiumi, laghi, riva del mare, ecc.).
Il Giunco è caratterizzato da: rizomi striscianti; fusti eretti e flessibili di colore verde; foglie localizzate alla base del cespuglio; fiori ermafroditi di colore verde e marrone formati da sei tepali, da sei stami e da antere rossastre; i frutti sono delle capsule appuntite di forma ellissoidale contenenti tre semi dotati di coda alle due estremità.
I frutti a contatto dell’acqua assumono consistenza vischiosa per favorire la disseminazione ornitologa.
La specie è presente su tutto il territorio nazionale, cresce dal livello del mare e fino a 1500 metri di quota.
Il termine giunco dal latino significa legare.
La pianta nel settore agricolo e zootecnico è stata sempre usata per effettuare le legature, costruire canestri e le c.d. fascelle, contenitori utilizzati per la ricotta, oggi surrogati con analoghi contenitori in plastica.
La Bibbia narra che Mose fu affidato alle acque del Nilo all’interno di una cesta costruita con Giunco.
Oggi il Giunco trova utilizzo nella bioedilizia e per la realizzazione di mobili di varia fattura, proprio per la sua caratteristica di essere leggero, flessibile, di lunga durata e di stile rustico.
Il Giunco per essere utilizzato per i fini di cui sopra deve essere raccolto in estate, bollirlo e asciugarlo al sole.
Altra specie di Giunco abbastanza diffuso è Juncus acutus che si distingue per essere pungente.
Note bibliografiche:
Foto di Carmelo Di Vincenzo; Acta Plantarum; Adriano Fiore (Nuova Flora Analitica d’Italia); Sandro Pignatti (Flora d’Italia).