Amanita phalloides (Vaill. Ex Fr.) Link 1833

Amanita phalloides (Vaill. Ex Fr.) Link 1833

Sistematica: Dominio Eukaryota; Regno Fungi; Divisione Basidiomycota; Classe Agaricomycetes; Ordine Agaricales; Famiglia Amanitaceae; Genere Amanita.

Nome volgare: Tignosa verde.

 Fungo velenoso mortale responsabile della sindrome falloidea (a lunga latenza > 6 ore).

Il genere Amanita, ma anche altri generi quali la Galerina, le Lepiote di piccola taglia e le Conocybe, a causa del loro contenuto di tossine termostabili e acido resistenti, sono i responsabili di avvelenamenti che si possono rivelare letali.

Le Amanite, di norma, crescono nel periodo autunnale, fatta eccezione per l’Amanita verna che cresce in primavera, sono comuni sotto latifoglie (Castagno, Querce, Nocciolo, ecc.) e nei boschi misti, più rare sotto conifere, fatta eccezione per alcune specie che indifferentemente crescono in presenza di entrambi i soprassuoli boschivi.

L’Amanita phalloides fa capolino fin dal mese di settembre, si presenta con pileo prima emisferico, poi convesso e a maturità pianeggiante, percorso da fibrille innate di colore più scuro rispetto al colore di fondo del cappello che varia dal verdastro al verde oliva al giallo/bruno/verdastro al bianco candido nella varietà alba.

Si tratta di un fungo eterogeneo (imenoforo con lamelle libere che non si uniscono al gambo) con gambo cilindrico attenuato all’apice e bulboso alla base, bianco, decorato da anello supero persistente, da bande con andamento tortuoso tale da conferire aspetto zigrinato, da volva a sacco aderente al bulbo e libera al margine superiore; carne bianca non virante alla rottura, inizialmente di buona consistenza successivamente molle; sporata bianca (fungo leucosporeo), spore amiloidi, subglobose, misure rilevate 7.5-8.9 x 6.7-7.6 Q = 1.1; basidi tetrasporici.

L’Amanita phalloides e le consorelle Amanita verna, Amanita virosa e Amanita porrinensis, sono portatori dei seguenti principi tossici: fallolisine, falloidine e amanitine; di questi principi solo le amanitine, in particolare la forma alfa-amanitina, sono letali per l’uomo, mentre gli altri due principi tossici non costituiscono alcun pericolo, in quanto le fallolisine vengono disattivate dal calore e le falloidine non vengono assorbite dal tubo digerente. Sono sufficienti 5/8 mg di amanitina, di norma contenute in uno sporoforo di 30 gr circa, per uccidere un uomo del peso corporeo medio di Kg 70.

I sintomi dell’intossicazione da Amanita (falloide, verna, virosa e porrinensis) si incominciano a manifestare trascorsi almeno sei ore dall’ingestione del fungo e fino a 24 ore, ed hanno come organo obiettivo il fegato dove le amatossine causano le lisi delle cellule. La gravità dell’avvelenamento è dovuta anche alla capacità di questi principi tossici di non essere del tutto espulsi, ma di essere riassorbiti dall’intestino e di rientrare in circolo per colpire ulteriori cellule epatiche.

L’avvelenamento di Amanita si manifesta in tre fasi: 

  • 1^ Fase: dolori addominali, vomito, diarrea, disidratazione, ecc., della durata di due tre giorni; 
  • 2^ Fase: c.d. di remissione che si manifesta con un miglioramento del quadro gastroenterico; 
  • 3^ Fase: c.d. epatorenale che si evidenzia con; insufficienza epatica acuta, ipoglicemia e ittero, deterioramento della coagulazione, coma epatico, insufficienza renale e morte.

La Amanite in esame sono la causa principale di decesso per ingestione da funghi, i neofiti cercatori (…e non solo…) possono confonderle con diverse specie fungini commestibili e/o tossici, ma gli elementi cardini per il corretto riconoscimento macroscopico è la presenza della volva a sacco alla base del gambo, dell’anello supero a gonnellino, della zigrinatura del gambo e dell’eterogeneità dello sporoforo. In ogni caso, per fugare ogni dubbio, si suggerisce di rivolgersi all’Ispettorato Micologico presso la locale Azienda Sanitaria.

Si raccomanda l’integrità degli sporofori da portare all’attenzione dell’Ispettore Micologo.

Note bibliografiche: Foto di Carmelo Di Vincenzo; R. Galli (Le Amanite); P. Nevielle – S. Poumarat (Amaniteae – Amanita, Limacella & Torrendia); Funghi d’Italia 1° e 2° volume; Italo Milanesi (Conoscere i funghi velenosi e i loro sosia commestibili – Micotossicologia).

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