Sistematica: Dominio: Eukaryota; Regno: Fungi; Divisione: Ascomycota; Classe: Sordariomycetes; Ordine: Diaporthales; Famiglia: Cryphonectriaceae; Genere: Cryphonectria.
Sinonimo: Endothia parassitica.
Nome comune: Cancro della corteccia del castagno.
Ascomicete che colpisce l’area corticale del castagno causando la necrosi e quindi la morte dei tessuti.
Il patogeno per la prima volta venne segnalato nel 1904 in America e nel volgere di pochi anni distrusse il patrimonio castanicolo americano. Il Italia fu rinvenuto per la prima volta nel 1938 in Liguria, certamente introdotto con gli scambi commerciali, e da lì si diffuse su tutto il territorio italiano.
La malattia si manifesta su tutti gli organi epigei della pianta fatta eccezione per le foglie (tronco, rami, polloni e ricci). Sugli organi legnosi la sintomatologia si manifesta inizialmente con delle macchie rosso mattone dove in un secondo momento si formano delle bolle sede, questa, di sviluppo di una fitta rete feltrosa di colore crema.
L’infezione tende ad avvolgere l’organo colpito causando, in particolare sulle parti lignificate, delle profonde fessurazioni della corteccia da cui il nome volgare di cancro della corteccia. I tessuti attaccati subiscono un processo di necrosi che in tempi più o meno rapidi li porta a morire.
Dalla tarda primavera e fino all’autunno sulle superfici infette si evidenziano delle estese macchie rugginose, i c.d. cuscini stromatici, costituiti dagli organi riproduttivi agamici (picnidi) e sessuali (periteci) del fungo. I picnidi sono deputati a produrre i picno/conidi, i quali in condizioni ambientali favorevoli vengono liberati avvolti in una pellicola vischiosa. I periteci sono deputati e produrre le ascospore che maturano all’interno di aschi ottosporici. Le spore si caratterizzano per la forma subglobosa, per la consistenza bicellulare e per essere ialine. Teoricamente i periteci possono formarsi in ogni stagione dell’anno, ma si rinvengono in massa solo nella stagione autunnale.
In atto la malattia è in fase di regressione, in particolare nei castagneti governati a ceduo, per la graduale selezione di soggetti resistenti.
Osservazioni:
1) il fungo penetra nei tessuti della pianta attraverso le ferite;
2) le piante affette dalla malattia, per istinto di sopravvivenza, reagiscono con l’emissione di numerosi germogli epicormoci ma con esito incerto perché anche questi getti sono soggetti ad attacchi virulenti.